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Ancora incerto il futuro degli addetti alla pulizia ingombranti e uffici Kyma

Ancora incerto il futuro degli addetti alla pulizia ingombranti e uffici Kyma

E’ un arriverderci quello tra i vertici di Kyma Ambiente (ex AMIU) e i lavoratori della cooperativa Kratos che questa mattina insieme alla Funzione Pubblica CGIL hanno manifestato sotto la sede della municipalizzata a Paolo VI.

I lavoratori e il segretario generale dell FP CGIL di Taranto, Mimmo Sardelli, sono stati infatti ricevuti dal presidente di Kyma Ambiente, Gianpiero Mancarelli, dal dirigente tecnico Cosimo Natuzzi e dal presidente della Commissione Ambiente del Comune di Taranto, Paolo Castronovi.

Abbiamo rivendicato maggiore attenzione per un comparto che garantisce igiene e sicurezza a tutta la città – spiega Mimmo Sardelli – considerato che 14 di questi lavoratori si occupano del recupero dei rifiuti ingombranti su tutto il territorio comunale e dei sacchetti di spazzatura che non riescono a finire nei cassonetti ingenierizzati e altri 9 svolgono lavori di pulizia proprio all’interno della sede Kyma.

Per questi lavoratori, in vista del nuovo contratto di servizio, si prefigurava il rischio di un non rinnovo del contratto o addirittura della perdita del 60/70% del monte ore.

Per i 14 delegati al servizio di rassetto e abbandoni i vertici di Kyma si sarebbero assunti l’impegno dell’applicazione di una clausola sociale che salvaguardi l’occupazione nel nuovo contratto di servizio.

La Funzione Pubblica CGIL ha posto l’accento anche sul dumping contrattuale subito da questi lavoratori.

Abbiamo chiesto – continua Sardelli – che a parità di lavoro reso da questi operatori, venga applicato lo stesso contratto di tutti gli altri operatori ecologici. Per noi vale il principio stesso lavoro, stesso contratto, stesso salario.

Ancora più delicata è la sorte dei 9 lavoratori del settore pulizie all’interno degli uffici Kyma.

Si tratta di lavoratori e lavoratrici che hanno già un contratto di lavoro part-time – spiega ancora il segretario della FP CGIL di Taranto – e pertanto il taglio del monte ore (60/70%) rischia di consegnare a questi operatori un destino di assoluta povertà salariale.

La vicenda dei lavoratori della Kratos approderà nei prossimi giorni sul tavolo della Commissione Ambiente del Consiglio comunale di Taranto.

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