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Lo scacco “matto” di Luigi Abbate

Lo scacco “matto” di Luigi Abbate

La scelta di non firmare che divide e pone interrogativi sui veri interessi di Luigi Abbate

Luigi Abbate, un uomo che si autodefinisce libero e fuori dagli schemi, ha espresso senza mezzi termini le sue critiche all’amministrazione Melucci. Insieme al suo collega Massimo Battista, ha promosso la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco, ma ha deciso di non apporre la sua firma per sottrarsi all’ipocrisia che attribuisce ad altri politici che definisce “furbetti”.

Abbate prende di mira personaggi come Michele Emiliano, Piero Bitetti, Stefania Fornaro e Francesca Viggiano, accusandoli di astuzia politica. Secondo lui, Bitetti e Fornaro hanno agito con astuzia, in particolare Fornaro non si è presentata in Consiglio, causando la mancanza del numero legale per la mozione di sfiducia. Tuttavia, Abbate si chiede perché Emiliano e gli altri membri del PD non abbiano mai sollevato critiche nei sette anni in cui hanno amministrato insieme a Melucci.

Il Consigliere comunale critica anche l’iniziativa del PD di raccogliere firme presso un notaio per “intestarsi” il merito della caduta di Melucci e cercare di cancellare i sette anni trascorsi con lui. Abbate considera questa mossa come un comodo tentativo di riscattarsi politicamente. Afferma di voler evitare di essere coinvolto in giochi politici e di rimanere un uomo libero, impegnato a servire i cittadini senza aspettarsi nulla in cambio.

La sua scelta di non firmare diventa un modo per sabotare i piani di Emiliano, del PD e del centrosinistra, mettendo in evidenza l’ironia e il coraggio di una scelta apparentemente controcorrente. Abbate rifiuta di essere una pedina nelle mani di Emiliano e afferma di voler sovvertire tutti i giochi politici proposti.

In conclusione, Luigi Abbate si presenta come un uomo che respinge i giochi politici dei “furbetti” e mette in discussione le mosse di Michele Emiliano e del PD. La sua decisione di non firmare solleva interrogativi sulle reali intenzioni di Abbate e genera divisioni all’interno della città e tra i suoi elettori.

Che si condivida o meno il suo punto di vista, Luigi Abbate si presenta come un individuo determinato a fare le cose a modo suo, anche se ciò significa andare controcorrente e sfidare le convenzioni politiche. La sua scelta di non firmare lascia spazio a interpretazioni e pone il dubbio sui veri interessi che guidano le sue azioni.

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