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In questi giorni il carcere di Foggia è sotto la lente di ingrandimento di giornalisti, garanti, associazioni varie, alla ricerca del pur minimo indizio che possa portare a “presunti” pestaggi che sarebbero avvenuti nel penitenziario del capoluogo Dauno a seguito della rivolta dello scorso anno che, ha portato all’evasione di 72 detenuti ed ad impadronirsi per 36 ore del penitenziario da parte degli stessi che hanno distrutto, bruciato, allagato con enormi danni.

Per far ciò si intervistano delinquenti incalliti, familiari di detenuti che senza un briciolo di prova sparano di tutto e di più per deliziare le orecchie di questi “imparziali” osservatori, fregandosene se sulla vicenda sta indicando la locale magistratura per accertare i fatti.

Ebbene in questo clima in cui si cerca di far passare i poliziotti penitenziari di Foggia come torturatori, picchiatori ecc.ecc., questi umili e fedeli servitori dello Stato, in un clima torrido in tutti i sensi, continuano con serietà, onesta, professionalità e sacrificio a fare il proprio dovere.

Tutto ciò ha consentito che nella serata di ieri 12 Luglio, è stata salvata l’ennesima vita di un detenuto che, aveva cercato di farla finita cercando di impiccarsi.

Diciamo ciò poiché nell’ultimo anno i “presunti” picchiatori e torturatori, hanno salvato diversi detenuti che hanno cercato di suicidarsi.

La cosa ieri sera è stata ancora più difficile poiché a causa della grave carenza di poliziotti in servizio, l’eroe della serata gestiva più posti di servizio contemporaneamente, ma nonostante ciò riusciva ad individuare la stanza in cui un detenuto Italiano di 49 anni di origini baresi definitivo per furto aggravato, aveva ricavato un cappio da un asciugano che aveva legato all’inferriata della finestra, eppoi messo al collo.

Il pronto intervento del poliziotto e di un altro collega che era subito accorso alla richiesta di aiuto, hanno consentito di aprire la stanza e coraggiosamente di togliere il cappio al detenuto, per poi appoggiarlo per terra in attesa dell’intervento dei sanitari.

Il detenuto affetto da problemi psichiatrici poi veniva accompagnato nella locale infermeria dove in preda ad una crisi nervosa, distruggeva alcuni oggetti di arredo.

Da mesi il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria denuncia la carenza di assistenza specialistica all’interno del carcere di Foggia poiché a fronte di parecchie decine di detenuti affetti da seri problemi psichiatrici la presenza di specialisti è praticamente inesistente, con l’assessore regionale alla sanità prof. LOPALCO che candidamente ha ammesso che il problema è reale, poiché non si trovano gli specialisti.

Eppure proprio nelle scorse settimane un altro detenuto, purtroppo, è riuscito ad eludere la sorveglianza dei poliziotti , riuscendo nel proprio intento di suicidarsi, con la magistratura che sta indagando.

Ma una volta chiusi i manicomi, è possibile lasciare senza assistenza e cura centinaia di detenuti psichiatrici rinchiusi nel carcere di Foggia e di quelle pugliesi?

Ma lasciare senza cure adeguate dei pazienti con patologie così gravi e delicate non è un reato?

Proprio per questo il SAPPE in questi giorni sta definendo con il proprio studio legale una denuncia penale da presentare in tutte le procure della regione, poiché non è possibile che i poliziotti debbano gestire anche i “pazzi” h.24, con i responsabili delle ASL e della Regione che fanno spallucce.

Anche perché la gestione di tali detenuti è pericolosa e moltissimi poliziotti penitenziari della regione portano ancora i segni delle aggressioni, dei pugni, delle ferite provocate da questi ultimi che data la loro condizione sanitaria, non pagheranno nulla.

Il SAPPE chiede a tutti, politici , giornalisti, associazioni un momento di riflessione e serietà, poiché cercare di far perdere ogni credibilità per affossare il sistema penitenziario non giova a nessuno, anche perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili per tutti.

A meno che non ci sia in atto un piano per destabilizzare le carceri per poi arrivare alla sconfitta dello Stato con la concessione ai detenuti di indulti, amnistie , abolizione 41 bis, benefici vari che rendono ridicole e non credibili le Istituzioni, e che vanno ulteriormente ad aprire le ferite alle vittime dei reati ed alle loro famiglie.

Nota a firma del Segretario Nazionale del Sappe Federico Pilagatti