fbpx

La vicenda del Centro Oli di Viggiano diventa di interesse nazionale, dopo che l’Eni ha ammesso, durante la riunione convocata dal Governo con i vertici aziendali, che 400 tonnellate di petrolio si sono sversate nei terreni all’interno e all’esterno del Centro in Val d’Agri ad agosto scorso dal serbatoio D e non da quello A. I rappresentanti aziendali hanno assicurato che entro la fine di maggio metterà in sicurezza l’intera area e che gran parte del petrolio fuoriuscito è stato bloccato al primo piano della fascia. Ma le ispezioni andranno avanti, così come disposto dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Basilicata. Un pool di tecnici dello stesso Ministero, dell’Ispra e dell’Arpab esaminerà nelle prossime due settimane le attuali condizioni dell’area inquinata, oltre a verificare quelle dell’intero impianto produttivo, comprese le condotte che portano il petrolio fino a Taranto, per poi riferire tutto al Governo. Eni ha assicurato la massima collaborazione.